Rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare: trattamento con Tamoxifene


E' stato segnalato che la terapia con Tamoxifene ( Nolvadex ) aumenta il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare. Non è ancora noto se il rischio cambia in base al tempo trascorso dalla prescrizione iniziale di Tamoxifene.
Questa informazione sarebbe utile per identificare i pazienti ad alto rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare.

È stata valutata la relazione esistente tra i tempi di utilizzo del Tamoxifene e il rischio di tromboembolia venosa.

Lo studio è stato condotto su una popolazione di 16.289 donne identificate dal database del Danish Breast Cancer Cooperative Group.
Alle donne di età compresa tra i 45 e i 69 anni, tra il 1990 e il 2004 era stato diagnosticato un carcinoma mammario, positivo per il recettore estrogenico ( ER+ ), allo stadio I o II.

Il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, nei primi 5 anni, è stato dell'1.2% nelle donne che avevano ricevuto come terapia il Tamoxifene e dello 0.50% per le donne che non avevano assunto Tamoxifene.

Le donne trattate con Tamoxifene hanno presentato, per i primi 2 anni dopo l'esposizione al farmaco, un rischio più elevato di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare ( RR=3.5 ).

Successivamente a questo periodo, il rischio non è risultato considerevolmente aumentato ( RR=1.5 ).

Le donne anziane che hanno assunto il Tamoxifene, durante i primi 2 anni di esposizione, sono apparse presentare un rischio più elevato rispetto alle donne più giovani.

In conclusione, i risultati di questo studio hanno indicato che i primi 2 anni, dopo l'inizio della terapia con Tamoxifene rappresentano il periodo più cruciale per il monitoraggio del rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, in particolare nelle donne anziane. ( Xagena_2009 )

Hernandez RK et al, Cancer 2009; 115: 4442-4449



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