Aumento del rischio di suicidio con farmaci antiepilettici


Una revisione sistematica condotta dall’FDA ( Food and Drug Administration ) nel 2008 aveva messo in guardia dal rischio suicidio nei pazienti in trattamento con farmaci anticonvulsivanti. L’uso dei farmaci si associava a un raddoppio del rischio di suicidio rispetto al placebo.
Lo studio aveva però alcuni limiti, compreso il fatto che non dava indicazione rispetto ai singoli principi attivi, che sono molto diversi tra loro.

Alcuni farmacoepidemiologi di Boston hanno analizzato i dati relativi a 297.620 nuovi episodi di trattamento in seguito a convulsioni per un follow-up medio di 60 giorni. Hanno così rilevato 26 casi di suicidio, 801 casi di tentato suicidio e 41 casi di morti violente.
Hanno poi correlato l’uso dei vari farmaci antiepilettici con la comparsa di questi esiti, confrontandone la frequenza rispetto a due farmaci di riferimento, Topiramato e Carbamazepina.

L’incidenza dell’esito composito ( suicidio, tentato suicidio, morte violenta ) andava da 6.2 per mille anni-persona con il Primidone a 34.3 con la Oxcarbamazepina. Il rischio di suicidio è risultato aumentato con la Gabapentina ( hazard ratio, HR=1.42 ), la Lamotrigina ( HR=1.84 ), l’Oxcarbamazepina ( HR=2.07 ), la Tiagabina ( HR=2.41) e il Valproato ( HR=1.65 ), rispetto al Topiramato.

Risultati simili sono stati ottenuti dall’analisi sulle morti violente.

L’uso di alcuni farmaci antiepilettici si associa a un maggior rischio di suicidi e comportamenti suicidari, in particolare con Gabapentina, Lamotrigina, Oxcarbamazepina e Tiagabina, rispetto al Topiramato, che in questo senso è il farmaco preferibile.
I soggetti trattati con antiepilettici devono comunque essere seguiti con attenzione qualora manifestino idee suicidarie. ( Xagena_2010 )

Patorno E, Bohn R, Anticonvulsivant medications and the risk of suicide, attempted suicide, or violent death. JAMA 2010;303:1401-1409

Tratto da Reazioni – AIFA, 2010



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