La relazione tra rischio di infarto miocardico e impiego di Abacavir non è ben definita
Abacavir è un inibitore nucleosidico della trascrittasi inversa ( NRTI ), che trova indicazione nella terapia antiretrovirale combinata nel trattamento dell’infezione da virus HIV.
Ci sono attualmente 3 prodotti, autorizzati in Gran Bretagna, che contengono Abacavir: Ziagen ( Abacavir ), Kivexa ( Abacavir e Lamivudina ), e Trizivir ( Abacavir, Lamivudina, e Zidovudina ).
Nel 2008, i risultati preliminari di D:A:D ( Data collection on Adverse events of anti-HIV Drugs ), uno studio osservazionale di ampie dimensioni che ha coinvolto più di 33.000 pazienti affetti da infezione da HIV in trattamento con terapia antiretrovirale combinata, hanno mostrato un possibile aumento del rischio di infarto del miocardio nei pazienti trattati con Abacavir.
L’aumento del rischio è apparso limitato all’uso recente ( es. meno di 6 mesi prima dell’infarto miocardico ) o all’uso corrente ( rischio relativo: 1.9 ) di Abacavir.
Già a partire dal 2008 i medici erano stati informati di questo rischio con Abacavir e erano stati invitati a controllare i fattori di rischio modificabili per la malattia cardiovascolare, come fumo, ipertensione, iperlipidemia, e diabete.
Nuovi dati
Un’analisi combinata di 54 studi clinici ha confrontato il rischio di infarto miocardico nei pazienti che avevano ricevuto un regime antiretrovirale contenente Abacavir ( n=9.639 ) con quelli che hanno ricevuto un regime non-contenente Abacavir ( n=5.044 ). Il rischio relativo stimato di infarto miocardico nei pazienti che assumevano Abacavir è stato pari a 0.9. Tuttavia questi studi non erano disegnati per esaminare gli effetti cardiovascolari di Abacavir.
Nel giugno 2008, un’analisi dei dati dello studio SMART ( Strategies for Management of Antiretroviral Therapy ) ( n=5.742 ) ha trovato un aumento significativo del rischio di infarto miocardico associato all’uso corrente di Abacavir ( hazard ratio: 4.3 ).
Nel febbraio 2009, i risultati aggiornati dello studio D:A:D hanno riportato che il rischio relativo stimato per l’infarto miocardico negli utilizzatori correnti o recenti ( meno di 6 mesi prima dell’infarto del miocardio ) era leggermente più basso di quanto precedentemente stimato, ma indicava ancora un aumento del rischio relativo ( 1.68 ).
Nel febbraio 2009, l’FHDH ( French Hospital Database on HIV ), uno studio caso-controllo nested in una coorte di 115.000 pazienti con HIV, ha trovato che solo la precoce esposizione ad Abacavir ( es. impiegato per meno di 1 anno ed interrotto almeno 6 mesi prima dell’infarto miocardico ) era associata ad un’aumentato rischio di IMA ( odds ratio=1.97 ). L’esposizione cumulativa non era correlata ad un aumento significativo del rischio.
Conclusione
La mancanza di un definito meccanismo biologico in grado di spiegare l’aumento potenziale del rischio di infarto del miocardio con Abacavir non permette di trarre nessuna chiara conclusione sull’associazione tra Abacavir ed infarto miocardico. Pertanto, la sicurezza cardiovascolare di Abacavir rimane tema ancora aperto. ( Xagena_2009 )
Fonte: MHRA – Drug Safety Update, 2009
Link: MedicinaNews.it
XagenaFarmaci_2009